In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)
La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Manta birostris (Manta)
Specie pelagica presente spesso sottocosta fino ad una batimetri di 40 mt. L'ampiezza alare e' presumibilmente oltre 900 cm. ma in genere arriva da 300 a 500 cm. Enorme bocca priva di denti e situata in posizione terminale e non ventrale come nelle altre razze per la presenza dei cosidetti lobi cefalici, pinne pettorali modificate dalla forma a cucchiaio, con le quali convoglia verso il cavo orale il plancton di cui si nutre. Qui i minuscoli organismi vengono trattenuti dagli archi branchiali modificati per tal scopo. Spesso si può osservare mentre nuota con le due appendici cefaliche, atte ad incanalare il cibo all'interno della bocca, arrotolate, in questa posizione assomigliano a corna, da questa caratteristica deriva sia il nome scientifico di di birostris che quello comune di diavolo di mare.La coda e' breve, sottile e priva di aculei. La livrea e' grigio-bluastra o nera dal ventre bianco spesso con chiazze piu' scure, sono noti esemplari anche interamente melanici. Solitaria o in piccoli branchi e spesso accompagnata da remore e pesci pilota. Partorisce da 1 a 2 piccoli vivi, aiutandosi con spettacolari balzi fuori dall'acqua durante il travaglio. Per via della pesca effettuata soprattutto nel mare di Cortez e nei mari messicani, questa specie e' ritenuta seriamente a rischio. E' un animale che può raggiungere un'apertura alare di alcuni metri e superare le 2 tonnellate di peso. E' una specie pelagica che talvolta può nuotare a ridosso delle barriere madreporiche per farsi liberare dai parassiti dai pesci pulitori. Nonostante le grandi dimensioni questa specie è praticamente innocua per l'uomo e avvicinabile senza pericolo anche se questo non deve indurre ad aggrapparsi e a farsi trascinare dall'animale.
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