In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)
La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Triakis semifasciata (Squalo leopardo)
La sua colorazione nera decisa a forma di sella e' unica. Forti cuspidi in quasi tutti i denti, dalla forma non semi-molare. I latero posteriori a forma di foglia, con cuspidi fortemente inclinate. Le pinne pettorali negli adulti sono largamente triangolari. La prima pinna dorsale con pendenza postero-ventrale del marine posteriore. Totale delle vertebre da 120 a 150. Color grigio o grigio-bronzeo sul dorso, e bianco sotto, con segni neri decisi, larghi e selliformi che diventano chiari al centro negli adulti, e grandi macchie nere sparse. Pacifico Nord-Orientale: dall' Oregon al Golfo della California (USA e Messico). E' uno squalo calmo ed abbondante di acque caldo-temperate dei littorali continentali, sia vicino a terra che a largo, piu' comune sopra o vicino al fondo in acque poco profonde, dalla linea di marea fino a 4 metri di profondita'. E' meno comune piu' a fondo, fino a 91 metri. Lo squalo leopardo e' segnalato piu' spesso in baie fangose e chiuse, penetrando in esse durante l'alta marea e uscendo quando le acque si ritirano. Preferisce aree piatte e sabbiose, banchi di fango e fondali disseminati di pietre vicino a scogliere e letti di laminaria. E' uno squalo attivo e forte nuotatore, notato normalmente in movimento ondulatorio, che forma grandi aggregazioni, alle volte mischiato insieme al palombo grigio (Mustelus californicus), palombo bruno (Mustelus henlei) e allo spinarolo (Squalus acanthias). I movimenti non sono ben compresi: le aggregazione appaiono nomadi, sono stati visti in un'area per poche ore per poi scomparire. In ricatture di esemplari marchiati fin dal 1979, con circa 1100 unita' registrate nella Baia di San Francisco, Susan E. Smith dell' "U.S. National Marine Fisheries Service Tiburon Laboratory" , scopri' che molti individui erano stati precedentemente marchiati in luoghi molto vicini al luogo di ricattura, suggerendo limitati movimenti locali; ma alcuni hanno viaggiato fino a 150km fuori la Baia. I subacquei lo notano qualche volta sul fondo fermo sulla sabbia fra le roccie, e lo fa volentieri anche in acquario. Infatti si addatta alla cattivita' vivendo anche piu' di venti anni se catturato molto giovane e mostrando forte preferenza per il fondale, sebbene alcuni esemplari possono nuotare a mezz'acqua o in superficie. Essendo estremamente resistente, e' uno degli squali migliori da tenere in acquario. La riproduzione e' ovovivipara senza sacca placentare; nascono da 4 a 29 giovani per nidiata. S.Smith, ha dimostrato mediante tecniche di sezionamento e l'utilizzo di anelli vertebrali, che questa specie cresce lentamente, e come lo spinarolo (Squalus acanthias), impiega piu' di 10 anni per raggiungere la maturazione. E' essenzialmente un predatore opportunista di animali di fondale e qualcuno litoraneo; qualche volta risultano importanti nella sua dieta anche gli invertebrati, allo stesso modo dei pesci. Il ventaglio delle sue prede include granchi, grapsid(?), granchi talpa, gamberi, molluschi bivalve; vermi policheti, grandi vermi echiuroidi simili a salsicce, vermi della specie (Urechis caupo), che in alcune localita' diventano un cibo importante per la loro abbondanza. Anche polpi, pesci teleostei incluse acciughe, aringhe, eperlani, rane pescatrici, persici, ghiozzi, scorfani, pleuronettidi, varieta' di pesci piatti che vivono sulla sabbia, sogliole; anche piccoli elasmobranchi come Mustelus henlei , pesci chitarra (Rhinobatos productus), e razze pipistrello (Myliobatis californicus). Quando disponibili, mangiano con aavidita' anche uova di aringa, eperlano, etc. Granchi, gamberi, pesci, uova di pesce, molluschi bivalve e vermi, sono il piu' importante terreno di caccia dello squalo leopardo. Una variazione considerevole della dieta in relazione alla taglia e alle stagioni, e' stata riscontrata a Elkhorn Slough, California (Talent, 1976). I giovani al di sotto dei 70cm mangiano principalmente crostacei (piccoli granchi), ma al raggiungimento della maturita' questi diminuiscono a favore di prede piu' importanti. I pesci sono fortemente predati dagli adulti sopra i 130cm, i molluschi bivalve ele uova di pesce sono piu' importanti per gli adulti tra i 110 e i 130cm, mentre i vermi vengono preferiti da taglie tra gli 80 e i 130cm. I giovani passano dai piccoli granchi a crostacei piu' grossi man mano che maturano. Gli esemplari piccoli mangiano maggiormente granchi per tutto l'arco dell'anno, mentre quelli piu' grandi mostrano variazioni stagionali, associate principalmente con la disponibilita' di uova di pesce. Essi mangiano piu' pesci durante l'estate, uova di pesce in inverno fino all'inizio dell'estate. La presenza nella dieta di molte prede che vivono nel fango suggerisce che lo squalo leopardo s nutra attivamente molto vicino al fondo fangoso o dentro ad esso con molta piu' continuita' rispetto al Mustelus henlei, il quale normalmente non cattura molluschi bivalve, raramente mangia i vermi e prende i policheti molto meno frequentemente dello squalo leopardo. L'azione con la quale quest'ultimo cattura i vivalve non e' mai stata vista, ma sebbene la preda protenda i sifoni ad una certa distanza dal fango, e' in grado di ritrarli istantaneamente se disturbato, suggerendo che lo squalo li afferri velocemente e li strappi fino a romperli, o che siano morsicati e recisi dalle loro potenti mascelle e dai piccoli ma aguzzi denti. Qualche volta e' stato trovato l'intero corpo del mollusco dentro lo stomaco dello squalo, senza la conchiglia. Il metodo di asportazione e' ignoto, ma una possibilita' e' che lo squalo strappi via il corpo tirando i sifoni, mentre un'altra ancora e' che possa rompere la conchiglia per poi mangiare l'animale. I vermi non abbandonano il loro guscio, ma possono protendere leggermente il loro corpo, dando la possibilita' allo squalo di tirarli fuori. Ma piu' probabilmente e' in grado di succhiarlo via dal suo guscio, essendo stati trovati dei vermi intatti senza morsi all'interno dello stomaco (Russo, 1975; Talent, 1976). Lo squalo leopardo e lo spinarolo sono stati osservati mentre cacciano acciughe insieme in superficie presso la struttura cava di supporto al ponte nella Baia di S.Francisco, nuotanto lentamente in senso orario intorno agli densi ranghi di branchi di acciughe, con le bocche spalancate. (Russo, 1975). Gli squali non mostravano nessun particolare comportamente di caccia o movimenti diretti verso le loro prede, si limitavano ad ingerire le acciughe che capitavano loro in bocca! , comportamento gia' riscontrato nel pinna bianca oceanico (Carcharhinus longimanus). Nello stomaco di diversi esemplari di squalo leopardo, sono state trovate anche alghe ed erba (Zostera), probabilmente ingerite accidentalmente predando pesci e uova di pesce. Al massimo 180cm, i maschi maturano tra i 70 e i 119cm e raggiungono i 150cm, le femmine maturano tra i 110 e i 129 cm e raggiungono i 180cm, sebbene molti individui adulti siano inferiori ai 160cm; taglia alla nascita circa 20cm. In California questa specie e' pescata comunemente dai pescatori sportivi, sia con la canna che con l'apione, ma in anni recenti e' aumentata la pesca commerciale in piccola scala mediante palamiti. In alcune aree della California potrebbe essere in declino numericamente, dato l'aumento della prelievo da parte dei pescatori subacquei. I dati relativi al Massico sono poco conosciuti, ma probabilmente anche li viene cacciato. La sua carne e' eccellente ed e' consumata dall'uomo sia fresca che congelata. Questa specie e' stata denominata in principio Triakis californica (Gray, 1851), proposto senza descrizione e da qui gia' si puo' avere una valida indicazione d'identita': un membro del genere Triakis proveniente dalla California. Chi scrive (dott. L.Compagno), ha esaminato i cinque esemplari di Triakis californica conservati presso il British Museum di storia naturale e conferma che in verita' sono conspecifici con la T.semifasciata. Tuttavia anche se T.californica e' un nome valido, non puo' essere utilizzato al posto della nomenclatura stabilita ed universalmente riconosciuta di T.semifasciata. Il nome di Triakis felis (Ayres, 1854) fu pubblicato un mese dopo (4 Dicembre 1854) Triakis semifasciatum (14 Novembre. Lillian P. Dempster) Lo squalo leopardo e' una specie molto nota in California tra i pescatori sportivi, ed e' anche pescato a livello commerciale, principalmente con le reti (Caillet et al. 1993). La pesca in California crebbe dalla fine degli anni 70 fino ad un picco di 46 t di carcasse essicate nel 1983, per stabilirsi poi a circa 25-30 t/anno negli anni successivi. (Cailliet et al. 1993, Bonfil 1994). Smith riporta che l'impatto dei pescatori sportivi e' ancora maggiore in California, essendo stato mediamente di 138 t/anno tra il 1980-1995, con un picco di 326 t nel 1987. Lo squalo leopardo ha mostrato di possedere un potenziale di variazione nella popolazione relativamente basso.(Smith et al. 1998). Cio' significa che puo' essere sfruttato piu' facilmente di altre specie di squalo anche senza una gestione appropriata. La specie e' stata considerata come Dati insufficienti a livello mondiale per i propositi della lista rossa dell'IUCN, e a Basso rischio di conservazione in California ed Oregon. Questa classificazione e' in attesa del consenso dello Shark Specialist Group dell'IUCN. La California possiede una limitazione di dimensioni per la pesca sportiva che e' di 91cm di lunghezza totale e tre esemplari per ogni persona. (Cailliet et al. 1993). La taglia minima e' stata estesa nel 1994 per i pescatori commerciali. Questo squalo fu accusato di aver fatto sanguinare dal naso un subacqueo, ma in generale e' molto cauto e normalmente evita gli incontri. E' ritenuto generalmente non pericoloso per l'uomo.
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