In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Phtheirichthys lineatus

Le remore sono diffuse in tutti gli oceani, dalle zone tropicali a quelle temperate. Abitano il mare aperto quanto le acque costiere, ovunque ci siano grossi animali a cui attaccarsi. Il corpo è allungato, sottile, con testa appuntita. La pinna dorsale e quella anale sono simmetriche e opposte, posizionate verso la parte terminale del corpo. La coda è allungata, poco lobata. La caratteristica principale di queste specie è una grossa porzione di tessuto piatto, di forma ovaloide sulla fronte e sul dorso. Grazie a delle contrazioni muscolari il disco aderisce esattamente come una ventosa alle superfici piatte. In questo modo la remora si attacca alla pelle di grandi mammiferi marini, squali, tartarughe marine e pesci mola, facendosi trasportare velocemente. Sebbene gli squali siano i preferiti, le remore si attaccano anche ad altri animali, come mante, tartarughe marine, delfini e spesso anche alle imbarcazioni, e in antichità si credeva che questi pesci potessero impedire alle imbarcazioni di procedere. A lungo si è creduto che la remora fosse uno sciacallo del mare, e che si cibasse dei rimasugli del pasto del suo ospite. Questo non è del tutto vero. Certo la remora può, occasionalmente, approfittare dei resti della caccia dello squalo, ma certo non può ottenere lo stesso dalle tartarughe marine o addirittura dalle imbarcazioni, su cui pure si fissa di frequente. La remora infatti è un cacciatore attivo, e si separa periodicamente dal suo ospite per andare in cerca dei pesci più piccoli di cui si nutre, e dipende dal suo ospite solo per un trasporto più agevole. La remora non ha valore commerciale, ma alcune popolazioni della fascia tropicale hanno trovato un suo valido impiego nella pesca alle tartarughe marine, che al contrario sono un valido supporto dell'economia di alcuni villaggi costieri. Le remore vengono catturate e mantenute vive in acqua, e alla coda del pesce viene fissato un anello metallico collegato ad una lunga lenza. Il pesce viene dunque liberato e lasciato vagare, nella speranza che si attacchi ad una tartaruga. Sfruttando la grande forza della ventosa i pescatori possono dunque recuperare la tartaruga mediante la lenza e issarla in barca, impresa altrimenti impossibile per un sommozzatore. La forza della ventosa è sproporzionata rispetto alle dimensioni dell'animale, e può sostenere un peso molte volte superiore a quello della remora senza staccarsi né spostarsi.


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