In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Megalops atlanticus (Tarpone)

Corpo moderatamente alto e compresso. Capo massiccio e muso caratterizzato dalla mascella inferiore sviluppata e rivolta verso l’alto. Le pinne mancano di raggi spinosi. La dorsale, unica, ha l’ultimo raggio molto allungato all’indietro,. Il corpo è ricoperto da caratteristiche squame larghe e spesse. La colorazione del dorso è grigia metallica, più o meno scura, con riflessi verdi o azzurri. I fianchi e il ventre sono argentei. Gli esemplari catturati nelle acque dolci hanno sovente una colorazione dorata o bruna dovuta al diverso ambiente in cui vivono. Dimensioni medie 120-130 cm (massimo 250 cm). Vive nell'Atlantico occidentale dalla Nuova Scozia al Brasile. Una popolazione di entità ridotta viene anche segnalata nel Pacifico orientale in prossimità dello sbocco del canale di Panama, evidentemente risalito da alcuni esemplari di tarponi. Nell’oceano Indiano esiste una specie appartenente allo stesso genere, Megalops cyprinoides. Habitat : Acque costiere tropicali e calde soprattutto in estuari, lagune, paludi a mangrovie e fiumi. Forma piccoli banchi che diventano più numerosi al momento della riproduzione. Migra in acque al largo tra aprile e agosto per riprodursi o si sposta verso nord. Le larve, simili a quelle delle anguille, tornano poi in acque meno profonde e nelle lagune o anche in stagni costieri, dove trovano condizioni adatte per crescere. In tali ambienti, a volte poveri di ossigeno, questi pesci riescono a vivere senza difficoltà poiché sono in grado di respirare aria atmosferica oltre a utilizzare, come di norma, l’ossigeno disciolto nell’acqua. Soprattutto pesci di banco (sardine, acciughe, muggini) e crostacei


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