In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)
La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Coryphaena hippurus (Lampuga )
La Lampuga è una specie migratoria diffusa nelle acque tropicali e subtropicali di Atlantico, Pacifico e Indiano. È presente anche nel Mar Mediterraneo. Appare sulle coste soltanto al tempo della deposizione delle uova (in autunno). Presenta un corpo lungo, compresso ai fianchi, con profilo frontale arrotondato e sporgente. Il corpo si riduce al peduncolo caudale. La pinna dorsale è lunga, alta all'inizio, diminuisce in altezza verso la fine. Le pettorali sono lunghe e appuntite, così come le ventrali. L'anale è poco sviluppata in altezza, ma copre 1/3 del ventre del pesce. La coda è fortemente forcuta. La livrea è grigio azzurra, tendente al blu sul dorso e al giallo su fianchi e ventre. Il suo colore varia a seconda della luce: magnifico azzurro o porporino, con riflessi metallici di ogni sorta, o giallo-oro. Raggiunge una lunghezza massima di circa 2 metri ed un peso di circa 20 chilogrammi. Nei nostri mari il peso medio delle catture varia da 3-4 etti ai 5 chilogrammi. Si ciba di piccoli pesci, specialmente di quelli che abitano gli strati superiori dell'acqua, e principalmente delle diverse specie di pesci volanti. È nota ai pescatori per la sua voracità. La sua carne è molto apprezzata e ben pagata: questo pesce è oggetto di pesca commerciale e ambita preda di pesca sportiva. E' uno dei pesci da traina costiera per eccellenza. Al contrario di tonnetti e palamite, raramente si manifesta. E quando arriva l'allamata è sempre una sorpresa. Quando si ferra, soprattutto se con attrezzature leggere, il pesce inizia una fuga che è fatta di salti, con un carosello di giravolte, esce dall'acqua, si ribalta, schizza e abbaglia con i suoi stupendi colori, una emozione che pochi altri pesci regalano. Per farla abboccare bisogna trainare a velocità prossima ai sei nodi, con teste piumate colorate, octopus, jet o piccoli Kona. Il libraggio consigliato per i nostri mari va dalle 2 alle 12 libbre ed il divertimento è assicurato. Le lampughe di grosse dimensioni non disdegnano il vivo. In Sicilia, specialmente nella zona di Porto Palo di Capo Passero, i pescatori usano piazzare al largo delle coste, gruppi di foglie di palma legate tra loro in modo da creare una zona d'ombra in superficie; una zavorra a fondo, fa si che le suddette foglie non vengano trasportate dalla corrente. Questo sistema sfrutta un comportamento tipico della Lampuga, che ama sostare durante il giorno in zone d'ombra vicino alla superficie: i pescatori, una volta compiuto un passaggio col filaccione a traina, riconoscono subito dalla ferrata si tratta di lampughe e, compiendo una rotazione con il peschereccio intorno al gruppo di foglie, contemporaneamente calano la rete. Il risultato è molto spesso la cattura di svariate decine di grossi esemplari in quanto questo tipo di pesca viene praticata nei mesi di settembre/ottobre, periodo nel quale la Lampuga raggiunge il massimo sviluppo.
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