In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)
La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Ophiothrix fragilis
Comune nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale, dalla Guinea e fino al Mare del Nord in prossimità della Scandinavia, fino ad oltre 500 metri di profondità su fondali sassosi, nelle praterie di Posidonia oceanica, su fondali mobili o, nel caso di esemplari giovani, sulle spugne. Colore variabile a seconda dell'ambiente in cui vive. Fino a 12 centimetri di diametro. Ha braccia, lunghe anche oltre 10 cm, molto fragili, che portano aculei brachiali lunghi, ialini e dentellati. La forma e il colore sono molto variabili, con decorazioni sia sulle braccia che sul disco. Le braccia spesso presentano anellature rosse e bianche mentre il disco può essere scuro, chiaro, con o senza le cinque macchie e più o meno ricoperto da aculei. La variabilità è tale che secondo alcuni autori l’altra specie di questo genere, O. quinquemaculata, potrebbe essere in realtà solo una delle diverse forme della stessa specie. Queste ofiure sono molto comuni nei litorali del Mediterraneo ma possono spingersi anche in profondità nel piano circalitorale. Non hanno un habitat ben definito ritrovandosi dai bassifondi sassosi alle scogliere, dai fondi detritici a quelli sabbiosi e fangosi, dagli ambienti coralligeni alle praterie. Sono euriterme ed eurialine, cioè sopportano bene le variazioni di temperatura e salinità. Spesso vivono come epizoi ed endozoi di spugne e ascidie. In ambienti ad elevata sedimentazione possono raggiungere densità superiori agli 800 individui per m2. Le braccia possono essere avvolte in senso verticale ed oltre a conferire una notevole mobilità all’organismo, permettendo rapide fughe, vengono utilizzate per catturare le prede e le particelle in sospensione
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