In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Acipenser sturio (Storione)

E'il più grande pesce d'acqua dolce e salmastra diffuso in Europa. Famoso per offrire carni pregiate e caviale.
In Italia la specie è autoctona. Oggi la presenza dello storione in acque interne è piuttosto scarsa, anche in luoghi un tempo ricchi di questo pesce. Nel corso degli anni tuttavia ne è stata segnalata la presenza in tutti i principali immissari del mar Adriatico e del mar Tirreno. È stato segnalato in tutti i mari anche se la presenza è rilevante unicamente nel mare Adriatico e nel Po. Nel 1892 era localizzato fino a Torino. A causa degli sbarramenti la risalita è di fatto impedita.
Fino a metà del XX secolo viveva nel Golfo di Palermo e deponeva le proprie uova lungo il corso del fiume Oreto, ma oggi del tutto estinto dall'intera regione siciliana.
Gli habitat sono vari:
In mare predilige fondali sabbiosi e profondi 40-150mt.
In acque interne frequenta fiumi a grande portata con correnti lente e profonde, fondali melmosi, ghiaiosi o sabbiosi. Predilige le buche più profonde dei fiumi.
La bocca nettamente infera, protrattile e tubiforme. Ha sul davanti 4 barbigli cilindriformi che rivolti all'indietro non raggiungono il labbro superiore. Il muso è molto allungato tanto che la sua lunghezza è pari a quasi la metà del corpo. Sul corpo sono presenti 9-14 scudi dorsali, 24-36 scudi laterali e 8-14 scudi ventrali. La coda è eterocerca, con il lobo superiore molto allungato.
La pinna dorsale ha 31-43 raggi, quella anale 22-27. La pinna dorsale, la pinna anale e le pinne ventrali sono posizionate nella parte posteriore del corpo. Il primo raggio delle pinne pettorali è ossificato.
La livrea prevede dorso grigio-grigio-bruno o verdastro, più chiaro lungo i fianchi, mentre il ventre è giallo-biancastro.
In Italia gli esemplari non superano i 150 cm. Anche se, come specie, può arrivare a 100 anni di età, 500 cm di lunghezza ed un peso di 300 kg. La femmina è più grande del maschio
Entra nei fiumi a gennaio-febbraio nonostante la fregola non abbia inizio che due mesi dopo. All'alba o al tramonto lo si può osservare mentre compie dei grandi balzi fuori dall'acqua.
La risalita, che i maschi compiono prima delle femmine, si arresta a valle dei corsi d'acqua ove la temperatura non sia troppo bassa e la portata troppo scarsa e ove manchino fondali profondi e tranquilli. Le uova (in numero di 20.000 circa per Kg di peso, di colore bruno e del diametro di 3 mm circa) sono deposte in acqua corrente ad una profondità variabile tra i 2 e i 10 mt. Esse aderiscono ai ciottoli ed al substrato del fondo e dopo 3-7 giorni si schiudono. Gli avannotti sono lunghi 10 mm circa. Nel giro di 1-3 anni i giovani storioni scendono al mare, rimanendovi fino all'età riproduttiva intorno ai 7-14 anni.
Alimentazione: crostacei, molluschi, pesci. In acque interne, pesci vivi o morti, molluschi, crostacei e vermi. Gli animali più anziani si alimentano prevalentemente di notte.
Essendo una specie protetta ne è vietata sia la pesca sportiva che la pesca professionale. Si pratica con lenza a fondo adeguata alle dimensioni della preda. Come esche si utilizzano lombrichi a fiocco, pesci vivi o morti, pezzi di carne.
L'importanza economica dello storione è notevole, sia per la prelibatezza delle carni che delle uova da cui si ricava il rinomato caviale. Rientra tra le specie ittiche allevate, anche se il ciclo di produzione è piuttosto lungo, tre anni per la carne, circa dieci anni per le uova .
Lo storione è stato allevato e riprodotto con successo in grandissimi acquari. A causa delle sue dimensioni è adatto soltanto all'allevamento in strutture pubbliche.
Le principali minacce sono costituite dalla pesca professionale e, in misura minore, sportiva (vietate entrambe da alcuni anni), dagli sbarramenti che impediscono le migrazioni riproduttive e dall'inquinamento delle acque fluviali.


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