In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Astronotus ocellatus

Astronotus ocellatus
E' originario del bacino del Rio delle Amazzoni e del Rio Negro. Attualmente si è diffuso anche nel bacino amazzonico centro-settentrionale: in Perù, Colombia, Brasile, Guyana Francese, bacino dell'Orinoco e Rio Paraguay. Popola principalmente le acque a corso lento, i canali a fondo fangoso e ghiaioso, i bracci fermi e le lagune fra le foreste (anche mangrovie), spesso ricche di vegetazione acquatica o di grossi ciottoli e legni ancorati sul fondo. Ama anche stare nello spazio aperto del corso d'acqua. Le acque che li ospitano sono acque non dure, neutre, di temperatura tra i 20 ed i 28° C, per quanto siano piuttosto tolleranti.
Lunghezza: raggiunge tranquillamente i 35 cm.
Hanno una colorazione che tende a cambiare a seconda dell'età ed anche dello "stato" dell'animale. Il corpo è grosso, ovaloide, con bocca grande. Le pinne sono forti e larghe, arrotondate e sviluppate. I piccoli hanno una colorazione marrone-verdastra con ampie chiazze giallo-dorate. La livrea giovanile è nera marmorizzata di bianco perlaceo, ma crescendo il colore di fondo si attesterà sul verde bruno scuro, marmorizzato di arancione ruggine, in segni differenti per ciascun individuo, le macchie diminuiscono di dimensioni e quelle poche e rade che rimangono diventano gialle. Sul peduncolo caudale compare una macchia nera orlata d'oro, simile ad un piccolo occhio od "ocello" (da qui il nome latino ocellatus).
Dimorfismo sessuale: durante il periodo della riproduzione il maschio ha la papilla genitale conica mentre nella femmina è tronca o protrusa.
Varianti: esistono anche tre varietà: rossa (allevata in Thailandia), tigrata rossa e lutina selezionate in oriente.
Questo pesce è attivo, curioso e nuota in continuazione vive in branchi numerosi solitamente intorno alle 10 unità, ma anche di più. I giovani sono tra loro aggressivi, mentre gli adulti sono più pacifici e tranquilli, ma si instaura una gerarchia nel branco in cui una coppia troneggia incontrastata, tendono a formare coppie fisse.
L'unico modo per distinguerne il sesso è osservare la diversa conformazione della papilla genitale dei riproduttori (conica nel maschio, tronca nella femmina) durante la deposizione. È uno dei Ciclidi più prolifici. Durante la preparazione per l'accoppiamento la coppia, che si isola dal resto del gruppo, scava buche nel terreno, pulisce superfici rocciose o sradica piante acquatiche. Successivamente vengono deposte fino a 2000 uova, esse vengono sorvegliate e curate da entrambi i genitori che si occupano anche della difesa deglia avannotti dopo la schiusa. Gli avannotti sono voracissimi iniziando subito a predare cibo vivo e naupli di artemia.
Principalmente carnivoro. Sono voraci predatori con appetito gagliardo che si nutrono di tutto, in particolare di invertebrati acquatici (Tubifex, larve di zanzara e gamberetti), piccoli pesci come i Poecilia reticulata, anfibi, lombrichi e pezzi di carne di carogne di animali morti in acqua. Spesso per nutrirsi sradica le piante acquatiche più giovani.
Questo pesce è minacciato, oltre che dalla pesca per il mercato acquariofilo, anche dalla pesca per fine culinario, nonché per l'inquinamento.
Rarissimi gli esemplari selvatici in commercio, la maggior parte proviene da allevamenti asiatici. È uno dei più grandi Ciclidi per l'acquario, molto richiesto dagli allevatori e dagli acquariofili (soprattutto la rara forma selvatica), molto docile e vivace, facile anche da riprodurre in cattività. Riconosce dopo poco tempo il padrone arrivando, col tempo e se si procede con pazienza e dolcezza, a farsi accarezzare sul dorso e a nutrirsi dalle mani dell'allevatore. Nota importante: cresce molto velocemente raggiungendo dimensioni ragguardevoli anche in acquario! Quindi se lo si acquista quando è ancora piccolo, è opportuno prevedere una vasca che lo possa ospitare anche quando sarà cresciuto; inoltre è bene non metterlo in compagnia di pesci piccoli, che verrebbero velocemente mangiati. Chi alleva gli astronoti consiglia addirittura di nutrire gli esemplari che stanno per riprodursi con pesciolini vivi, come i guppy, per cui è evidente che la vita in comune è assolutamente impossibile. Importante un ottimo sistema di filtraggio (meglio se esterno) e frequenti cambi parziali di acqua, in quanto la notevole quantità di escrementi prodotti, può in breve tempo raggiungere elevati livelli di inquinamento. L'acquario che lo ospita deve essere sprovvisto di vegetazione a causa della sua continua tendenza a sradicare le piante soprattutto mentre si nutre, a meno che non si voglia provvedere frequentemente ad aggiungere nuove piantine oppure si può optare per piante galleggianti od ancora per vegetali robusti coltivati in vasetto (Anubias, Microsorum, Crinum). I giovani possono essere nutriti anche con cibi secchi e liofilizzati ma si consiglia una dieta varia ed abbondante con cibo vivo, fresco e surgelato (come il cuore di bue), soprattutto per prepararli alla riproduzione. Per accentuarne i colori rossi soprattutto delle varietà si possono somministrare dei gamberetti che gli rendono rosati (sia nelle carni che nella pelle) come i salmoni, perché utilizzano i pigmenti del crostaceo. Vanno allevati in gruppo quindi l'ideale sarebbe allevarli in un acquario minimo di 500 litri in circa una decina. Le coppie in riproduzione vanno isolate.
 


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