In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Clupea harengus (Aringa)

Clupea harengus (Aringa)
Questo pesce è diffuso lungo le acque costiere dell'Atlantico settentrionale. Le aringhe vivono generalmente in grandi banchi. Talvolta si può trovare in questi banchi il Re delle Aringhe, un enorme pesce che vive anche a 1500 metri di profondità.
Il corpo è fusiforme, lungo circa 50 cm, ricoperto da scaglie grandi, sottili e caduche, non presenti sulla testa. La bocca, posta nella parte più appuntita della testa, è munita di piccolissimi denti ed ha la mandibola prominente e più lunga della mascella. Gli occhi sono provvisti di palpebra, mentre l'opercolo branchiale è liscio, con il margine posteriore tondeggiante. La pinna dorsale si origina a metà della distanza tra l'estremità anteriore del corpo e la base della caudale.
La livrea è blu-verdastra, argentea sui fianchi e sul ventre, che è chiaro.
La riproduzione avviene in tutto il periodo dell'anno, a seconda dei luoghi. I numerosi banchi producono milioni di uova adesive, di 1-1,5 mm di diametro, che si attaccano ad alghe o al fondo del mare. Ogni femmina ne depone fino a 40.000.
L'aringa si nutre di diatomee, anfipodi, invertebrati, crostacei, bivalvi e soprattutto uova e larve di pesce.
È preda abituale di numerose specie animali, soprattutto mammiferi come foche e focene, uccelli (Mergus merganser, Rissa tridactyla, Morus bassanus, Clangula hyemalis), calamari (Loligo forbesi, Illex illecebrosus), squali e razze (Prionace glauca, Squalus acanthias, Sphyrna lewini e Raja clavata), nonché numerose specie di pesci ossei (Salmo salar, Lophius piscatorius, Merluccius merluccius, Gadus morhua, pesci del genere Sebastes e altri).
L'aringa ha avuto una parte importante nell'alimentazione delle popolazioni del Nord Europa fin dal Medioevo, tanto da essere usate persino in alcune cerimonie religiose dai monaci. Tutt'oggi gli immensi banchi di aringhe sono pescati nell'Atlantico e nel Mare del Nord per essere trattati e commercializzati freschi, sotto sale o marinati da milioni di europei. In Italia l'aringa non è molto diffusa, meno conosciuta di numerose specie di pesce azzurro del Mediterraneo.
 


per gentile concessione di: Uwe Kils
special thanks to:
biopix.com
discoverlife.org
fishpix.kahaku.go.jp
fotobiomare.com
www.flmnh.ufl.edu
ginux.univpm.it
www.koralsiden.dk
itis.gov
marinespecies.org
natuurlijkmooi.net
ramblincameras.com
ryanphotographic.com
scuba-equipment-usa.com
Alberto Vigliani
Marco Senigalliesi
Sergio Casalegno
Stefano Guerrieri
slugsite.tierranet.com
starfish.ch
vibrantsea.net
wetwebmedia
Gary McDonald
Ron Wolf
Sherry Ballard
Douglas Klug
Robert Potts
Tammy Ward
California Academy of Sciences
Paddy Ryan
Joseph Dougherty/ecology.org
Garry McCarthy
Nathan Litjens
calphotos.berkeley.edu
Sam Baccini
Richard Lang
Gustavo Grandjean
Rubén Guzmán
Gonçalo M. Rosa
Eugenia Patten
Alison Young
William Leonard
Eugene Weber
L. & L. Langstroth
Moorea Biocode
John White