In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)
La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Carassius carassius
Carassius carassius
Questa specie è di origine asiatica, diffusa in Europa da molto tempo. In Italia è alloctona, è stato introdotto per le gare di pesca e negli ultimi anni è stato segnalato un notevole aumento nei corsi d'acqua di tutto il paese; lo si può trovare infatti in zone dove nessun altro pesce riuscirebbe a vivere,essendo limitato il suo fabbisogno di ossigeno. Vive nei laghi con sponde paludose o nei bracci morti dei fiumi, nelle paludi e nei fossati. Negli stagni, in condizioni sfavorevoli di alimentazione cresce con grande lentezza e dà origini a forme nane; in condizioni ambientali favorevoli si sviluppa maggiormente e assume corpo più armonioso.
L'esemplare giovanile presenta un corpo allungato, con profilo dorsale poco convesso, con livrea giallo chiara e ocello sul peduncolo caudale. L'adulto ha un corpo tozzo, compresso ai fianchi. La pinna dorsale è alta, composta da raggi ossei, i maggiori sono dentellati, come nella pinna anale. La mancanza assoluta dei barbigli lo distingue dalla carpa. La livrea è variabile, solitamente giallo-oro più o meno carico, con riflessi metallici sul dorso. Le pinne sono sfumate di rosso.
Il carassio può raggiungere una lunghezza massima di 45 cm per 1,5 kg di peso, tuttavia la taglia media risulta variabile tra i 20-30 cm di lunghezza per 3-4 hg di peso.
Il periodo della fregola va da marzo a giugno: la femmina depone da 130.000 a 250.000 piccole uova (tondeggianti e giallo-trasparenti) in acque basse, dense di vegetazione, che si schiudono entro 1 settimana.
Ha dieta onnivora, si nutre prevalentemente di zooplancton (soprattutto specie dell'ordine Cladocera, insetti e copepodi e detriti vegetali.
È preda abituale di lucci, lucioperche e siluri.
Dato che abbocca con estrema voracità ad esche naturali di ogni tipo è molto apprezzato dai garisti mentre lo è molto meno da tutti gli altri pescatori visto che puo' veramente rendere impossibile la pesca di carpe e tinche. Le sue carni sono estremamente spinose e generalmente hanno un forte gusto di fango, il che lo rende pressoché immangiabile.
In molti corsi d'acqua ha mostrato spiccati fenomeni di competizione alimentare nei confronti delle altre specie di ciprinidi, soprattutto della carpa e della tinca tanto da causare estinzioni locali, soprattutto della seconda.
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