In ricordo dell’amico Ferruccio
(senza il suo appassionato lavoro questa sezione del sito non esisterebbe)

La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto

Neolamprologus olivaceous

Neolamprologus olivaceous
Questa specie è endemica della baia di Luhanga del lago Tanganica, in Africa.
Abita le coste rocciose da -2 a -10 m di profondità.
Simile al cugino Neolamprologus brichardi, si differenzia da questo soltanto per la colorazione, tendente al grigio-verde, anziché rosata. Ogni scaglia è inoltre macchiata di bruno, creando una singolare "rete" sui fianchi del pesce. Le labbra, intorno agli occhi e l'area branchiale sono decorate di azzurro elettrico, così come parte dei fianchi. Il peduncolo branchiale è ornato di un ocello orlato d'arancio, che nella femmina è meno visibile. Le pinne sono grigie, puntinate di bruno ed orlate di azzurro e giallo. Gli esemplari adulti presentano delle pinne elengatemente allungate.
Questi pesci vivono in piccole colonie, spesso con legami di parentela. Sono estremamente territoriali e diventano molto aggressivi se si invade il loro territorio.
Le coppie sono monogame e durano per tutta la vita. Quando la femmina è pronta a deporre, con il maschio scava e cerca un anfratto roccioso dove deporrà le uova, subito fecondate dal compagno. Dopo alcuni giorni di incubazione nascono circa 30-40 avannotti che saranno strenuamente difesi dal padre, il quale allontana per alcuni giorni anche la stessa femmina.
Le cure parentali del genere Neolamprologus sono molto sentite e tangibili: dopo la prima deposizione delle uova la coppia dominante continua a generare piccoli, aiutata da fratelli, sorelle e figli. Si assiste così a cure parentali di gruppo, simili a quelle dei leoni.
N. olivaceous si nutre di zooplancton.
Scoperto di recente (1989), questo piccolo ciclide è poco diffuso in commercio. È allevato e riprodotto prevalentemente da biologi ed appassionati.
 


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