In ricordo dell’amico Ferruccio
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La navigazione di questa sezione segue, per quanto possibile, la nomenclatura binomiale secondo Linneo, pertanto i nomi sono riportati in latino. Per alcune specie è riportato anche il nome con è cui è generalmente conosciuta in italia. Non siamo biologi ma solo appassionati pertanto chi rilevasse errori di catalogazione è pregato di segnalarlo tramite il modulo di contatto
Corydoras sterbai
Corydoras sterbai
Questa specie è originaria del corso superiore del Rio Guaporé, Brasile e Bolivia. Abita acque poco profonde (fino a 150 cm), leggermente acide.
Lunghezza: 7 cm.
La forma del corpo è tipica del genere, ma più robusta. La livrea è molto interessante: testa e dorso sono brune a pallini avorio, mentre i fianchi presentano 5-6 linee verticali brune (composte da molti puntini uniti tra loro) su fondo avorio. Il ventre è bianco o avorio. La pinna dorsale è bruna triata di chiaro mentre le altre pinne sono giallo avorio con macchie brune.
Uno dei Corydoras più grandi. Spesso viene confusa con l'affine C. haraldschultzi con cui divide i biotopi d'origine. Abbastanza simili sono C. spectabilis e C. pinheroi.
Dimorfismo sessuale: nel maschio la pinna dorsale anteriore è più sviluppata ed appuntita rispetto a quella della femmina.
Varianti: l'ittiologo Knaack, che nel 1962 ha descritto questa specie, nel 2003 ne ha classificata una nuova varietà (Corydoras cf. sterbai) in Bolivia, nel Rio Itenez. Sporadicamente si possono reperire sul mercato anche esemplari albini o di una particolare varietà denominata "black sterbai" particolarmente cara ai giapponesi;, in entrambi i casi questi pesci si trovano nei negozi di acquariofilia con prezzi molto alti.
Pacifico, vive in branchi composti da non meno di una decina di esemplari.
Simile a quella degli altri Corydoras. Le coppie si isolano dal resto del branco e, dopo essersi nutriti adeguatamente iniziano i giochi amorosi. I partner si collocano spesso in punti dove c'è un frequente ricambio dell'acqua e dove la temperatura è intorno ai 26 °C. Le uova (circa un centinaio) vengono raccolte dalla madre con le pinne ventrali, fecondate dal maschio che la insegue continuamente e successivamente fatte aderire a rocce o legni sommersi, oppure in buche scavate precedentemente dai genitori. Dopo la riproduzione i genitori si allontanano e gli avannotti si nutrono di ciò che costituisce la melma del corso d'acqua. Poiché i piccoli nascono già indipendenti, capita che gli adulti pratichino il cannibalismo con i nuovi nati.
Ha dieta onnivora. Si nutre di piccoli crostacei, larve, insetti ed altri invertebrati presenti fra la vegetazione e nel substrato, oltre che di detriti animali e vegetali.
Si può allevare in vasche non inferiori ai 150 l. Si tratta certamente di una delle specie più belle e molto costosa, disponibile in commercio sia con esemplari di cattura, che in misura ridotta, di allevamento. Questi ultimi risultano di solito più onerosi in termini economici ma anche più robusti.
Risente della contaminazione dell'acqua da prodotti inquinanti, nonché delle catture per il mercato acquariofilo.
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